giovedì 30 giugno 2011

Intervallo

Vi siete divertiti e, tornata la luce in sala, siete corsi a commentare la storia. Da questa immagine mi è venuta l’idea di concludere il racconto, per tornare dal prossimo post nel mondo reale, dove tutti i personaggi sono vivi e non hanno le guance bruciacchiate. Chi è uscito per esigenze corporali o per prendersi un sacchetto di denti (scusate, intendevo pop-corn) è pregato di affrettarsi a rientrare in sala. Sto per spegnere di nuovo le luci e riprendere la proiezione.
Dimenticavo: ben vengano i vostri finali alternativi! Sono sempre in cerca di nuove idee per futuri incubi...

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martedì 28 giugno 2011

Voglia di

Mi sono svegliata verso metà pomeriggio e la stanza era inondata di sole. Mi aveva disturbato il sonno una pioggia di sassolini che tamburellava sul vetro della portafinestra. Il tempo di mettere a fuoco la sagoma in controluce e tu eri sul balcone, Y.
Vado a memoria, e qualcosa aggiungo di sana pianta. Le guance erano strappi dai contorni anneriti. I tuoi capelli ridotti a pochi ciuffi su un cranio lucido. Avevi la mia stessa biancheria, quella stupida a righe. I tuoi occhi erano due palle bianche che spingevano fuori dalle orbite. E mi cercavano.
E mentre restavo paralizzata a fissarti, scoprivo che i sassolini erano denti, che cadevano sulle piastrelle davanti ai tuoi piedi nudi. Uscivano dai tagli sulle guance, dalla bocca spalancata e muta, ma anche dal naso e dalle orecchie.
A quel punto mi sono svegliata sul serio, e avevo voglia di pop-corn! Ancora adesso, mentre lo scrivo, a pensarci mi scappa una risatina nervosa che forse nasce spontanea a combattere la pelle d’oca.
Qualcosa visto in televisione oggi o nei giorni scorsi deve avermi raschiato qualche neurone di troppo!
Tra poco arriva K%, che ti conosce solo di vista. Ho voglia di raccontargli come ti ho trovata in forma, tanto per fargli passare l’appetito. Potrei spegnere le luci e mettermi ad urlare che ti rivedo alle sue spalle!
Mi fermo qui, mi sto facendo paura da sola. In realtà riesco a scherzarci sopra perché di giorno non vedo le cose tragiche come in piena notte. Devo però ammettere che questo sottile velo di insensato, primitivo terrore mi fa sentire più viva.

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lunedì 27 giugno 2011

Come briciole

Quando ho deciso di scrivere un blog sono finita su Blogger perché quasi tutti i siti che frequentavo si basavano su questo sistema. Appena ho configurato il mio spazio, ho iniziato a guardarmi intorno, in preda a fissazioni per layout, widget e modifiche all’HTML. Alla fine mi sono arresa ad una configurazione poco più che standard, ma è rimasta la vertigine per quel che ho intravisto: è stato come guardare giù da un dirupo. La “blogosfera” sembra non avere confini.
Mi sono avventurata oltre l’orticello dei soliti quattro - cinque blog che seguivo e sono partita così verso l’infinito e oltre! Se non l’avete ancora fatto, concedetevi la possibilità di vagare al di fuori dei soliti link preferiti, troverete un piccolo paradiso fatto di ricette, idee per la casa e bijou, fotografie, poesie. Mi rendo conto di avere meno tempo libero di prima, ma ne vale la pena!
Ho commentato i post che incontravano i miei gusti (ma ho lasciato anche -pochi- commenti tremendi...) e qualche briciola lasciata dietro di me in questo viaggio è stata raccolta da voi che state leggendo e che mi avete lasciato un sacco di auguri e commenti carini! Con questo post mando un *GRAZIE* a voi che mi passate a salutare. Considerate questa pagina come se fosse casa vostra, anzi, non esageriamo, come una piccola “dependance”: se vi fate sentire, qualcun altro andrà a guardare il vostro blog e questo sarà uno dei tanti snodi della nostra piccola galassia virtuale.
Prima immaginavo questo luogo come un foglio, poi, complice il layout “stile carta da parati”, ha cominciato a darmi l’idea di una stanza, dove qualcuno ogni tanto entra, dà una veloce occhiata agli scarabocchi sul muro, ed esce. Il fatto che ci sia chi si è appassionato al paio di post pubblicati mi fa pensare ad un piccolo porto. Farò scorrere lo sguardo sulla folla, e tra tutte quelle facce anonime individuerò l’unica per cui tutto questo abbia avuto senso.
E’ stato un po’ imbarazzante per me partire e trovarvi qui, ma allo stesso tempo sono contenta e adesso ho un bell’elenco di posti dove correre quando ci saranno aggiornamenti. Ci vediamo là!

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domenica 26 giugno 2011

Alla finestra

Oggi pensavo di svegliarmi e trovare la scrivania sepolta da una montagna di stampe del primo post, che magari dal tuo computer lanciavi sulla mia stampante! Sarebbe stato uno scherzo degno di te, ma forse stai aspettando un'occasione più ghiotta. Quando sarà tutto finito, all'improvviso mi citerai a memoria qualcosa di sdolcinato che avrò scritto qui, giusto per mettermi in imbarazzo per qualche giorno!
Ho tanta voglia di scriverti, ma non lo farò tutti i giorni. Mi accorgo che sto qui a studiare ogni parola, finché le frasi, a furia di rileggerle, mi sembrano sciocche e lascio perdere. Non vorrei finire per abbandonare questo (esperimento?), perché, anche se la prendo alla larga, per me è importante riuscire a dirti tutto quello che vorrei. E lo farò! Puoi scommetterci!
Ieri ho scritto del gatto, e la cosa mi ha messo addosso un'angoscia inaspettata. Noi eravamo delle pesti, ma non lo abbiamo mai trattato male. Io però davvero l'ho sempre considerato quasi solo come un giocattolo. Anche quando è bastato aprire la porta di casa e in un lampo è sparito fuori senza più tornare, ricordo di non aver versato una lacrima. Ho sempre immaginato che avrebbe ritrovato la strada, o che sarebbe stato sostituito da un altro “giocattolo”. Non è successa nessuna delle due cose. Credo tu capisca cosa intendo, anche tu non sembravi particolarmente colpita. Ieri sono stata alla finestra almeno un'ora a guardare fuori. Non mi illudevo di veder passare A, ma gli ho dedicato un lungo pensiero che si meritava da tempo.
Ecco, mi sei subito di nuovo venuta in mente tu. Non voglio tra qualche anno ritrovarmi alla finestra a chiedermi se te ne sia andata o no per colpa mia.
Questo diario sarà stata davvero una buona idea? Mi sembra di essere diventata una lagna!

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sabato 25 giugno 2011

Si parte

(Digital Samurai by Mick Brownfield)

Questo blog, lo sai, non è una mia idea. E' uno di quei colpi di genio per cui è pagata la Dottoressa. Mi piace “Dottoressa” scritto maiuscolo come il cattivo di un cartone animato. Mi perdonerà, a me poi è molto simpatica, ma non posso certo scrivere il suo nome e cognome in rete.
Tempo fa credo di averti raccontato, ma non so se mi stavi ascoltando, che avrei dovuto scrivere ogni giorno due righe sui miei pensieri e su quello che facevo durante le mie giornate: forse sto esagerando con questa storia che mi annoio. E' che a volte penso che davvero riuscirei a passare un'intera giornata a sbuffare! L'idea è che, rileggendo queste righe, io riscopra parti di me e della mia vita che do per scontate, o qualcosa del genere. Non metterti a ridere!
Potrei sembrare ripetitiva, ma ci tengo a ribadire che non è stata una mia idea. E non voglio neanche dare troppa gloria alla Dottoressa. Fosse per me, scriverei qui solo palle. Sono grande abbastanza per capire che c'è chi potrebbe risalire a me e farmela pagare cara per quello che penso davvero su certa gente e certe cose. Allora perché il diario? Sai, buttare giù queste righe è un tentativo di rimettermi in contatto con te, più che con me. Farò in modo che tu finisca qui nel tuo girovagare, metterò qualche parola chiave che ti porterà a me, almeno in rete.
Agli altri che stanno leggendo: non ci saranno nomi, dettagli, fatti personali. Solo frammenti della mia vita di questi giorni, che voglio condividere con te, sorella, che non sei qui. Sì, sono A. Ed è l'iniziale del mio vero nome. La stessa iniziale del nome del micio che abbiamo strapazzato da bambine! Sono passati una decina di giorni, e mi continui a mancare, Y.

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